La saldatrice ossiacetilenica è stata il primissimo macchinario studiato per la saldatura, addirittura parliamo del 1895. Essendo il più vecchio è anche il meno utilizzato e quello che permette di saldare meno materiali assieme rispetto agli innovativi macchinari. Non per questo significa che tali saldatrici non facciano appieno il loro dovere. Bisogna però specificare come sia possible trovare degli appositi kit per la saldatura ossiacetilenica e non dei veri e propri “macchinari”. Kit che puoi visualizzare qui in basso.
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Saldatura ossiacetilenica
La saldatura ossiacetilenica è anche detta saldatura a cannello. Si differenzia da tutte le altre tipologie per un semplicissimo ma sostanziale elemento, non viene usata l’energia elettrica (che è invece fondamentale per saldatrici come quella ad elettrodo o quella a filo continuo). In questo caso, quindi, potrai fondere due materiali senza usufruire dell’alimentazione elettrica.
E magari dopo questa affermazione potresti pensare: “La saldatura ossiacetilenica è ormai una tecnica passata, non può più servire”, e invece ti rispondiamo che la saldatrice ossiacetilenica è ancora utilizzata in qualche officina. Specialmente in tutti quegli ambienti in cui non può essere usata, per motivi di sicurezza, la corrente elettrica.
E allora cosa utilizzo come energia se non posso fare affidamento sulla corrente?
L’energia necessaria per iniziare un processo di saldatura ossiacetilenica si ottiene con la combustione dell’acetilene, un gas estremamente infiammabile che entra in contatto con l’ossigeno. Questo avviene grazie ad un cannello che funge da miscelatore e che permette l’avvenimento della combustione sulla sua punta ad ugello. Ecco perché la saldatura ossiacetilenica è detta anche saldatura a cannello.
Naturalmente, per far ciò si avrà bisogno di due bombole, una per l’appunto contenente ossigeno, l’altra acetilene.
Basta solo questo?
No, servono pure delle bacchette che si possano fondere sotto la fiamma provocata dall’acetilene e che serviranno semplicemente come materiale d’apporto.
E come faccio a regolare la fiamma? Si mantiene sempre alla stessa densità? E se si spegne?
Hai presente il semplice rubinetto di casa? Con le due manopole per l’acqua calda e fredda? Ebbene, è lo stesso procedimento di quando vogliamo che l’acqua arrivi alle nostre mani né troppo calda né troppo fredda. Anche in questo caso, tramite una rubinetteria di regolazione che troverai sul cannello, potrai stabilire quanto ossigeno o quanto acetilene utilizzare per mantenere la fiamma stabile.
Quali materiali posso saldare?
La saldatrice ossiacetilenica salda l’acciaio al carbonio, la ghisa, il rame e l’alluminio.
Precauzioni nella saldatura ossiacetilenica
Abbiamo parlato di questa tipologia di saldatura della saldatrice ossiacetilenica e hai visto che è stata la primissima ad essere stata adottata per la fusione di più materiali, ma proprio perché è stata la prima, i rischi in passato non sono stati calcolati come si deve.
Se vuoi avventurarti in una saldatura del genere, devi sapere che la fiamma creata dalla combustione tra acetilene e ossigeno riesce a raggiungere i 3100 gradi. Quindi è necessario lavorare in un ambiente areato e indossare le dovute precauzioni, come gli occhiali da saldatura, degli appositi guanti e vestiti adeguati per il lavoro.
Kit per saldatura ossiacetilenica o le nuove saldatrici?
Di certo le saldatrici più moderne sono più semplici da utilizzare e in base alla tipologia scelta sarà possibile districarsi in più lavori. Però ciò non significa che la saldatura ossiacetilenica sia ormai del tutto superata. Anzi, la consigliamo nel caso in cui tu debba utilizzare una saldatrice ma non puoi collegarla ad una fonte elettrica. In quest’ultimo caso tale tipologia di saldatura risulta essere ancora oggi molto importante.
Come scritto in precedenza, in commercio non troveresti più una saldatrice ossiacetilenica, ma più che altro il kit per la saldatura ossiacetilenica. Kit che potrai acquistare qui: